Pagine


giovedì 29 aprile 2010

LA VERITA' E' UN'UTOPIA

In questi ultimi giorni ho avuto modo di sperimentare direttamente e con dispiacere come la mia città natale abbia ancora molta strada da fare per quanto riguarda l'integrazione e l'apertura verso altre realtà, o almeno nel rendere noto anche agli altri che questa strada si sta percorrendo... e ho appurato, sempre di persona, come i media e le persone intervistate dai media stravolgano spesso la realtà dei fatti.

Mi sto riferendo all'episodio di razzismo verificatosi circa quindici giorni fa in un locale di Treviso. Vicenda che ha trovato ampio spazio sui giornali, sia cartacei che online.
Tutto è cominciato con un'email al quotidiano locale La Tribuna di Treviso, che denunciava un fatto che ha coinvolto una ragazza di colore presente: un gruppo di teste rasate, piombato nella piazzetta gremita di ragazzi antistante al locale, verso la mezzanotte di un sabato sera qualunque, si mette a guardare male la ragazza, a intonare un coro da stadio che dice "candeggiamo Samir" e continua per un bel po'... poi la bagarre continua all'interno del locale, mentre la ragazza e i suoi amici se ne vanno. Il giorno dopo uno dei gestori è costretto a ripulire i rifiuti della festa: una serie di svastiche disegnate sui muri accanto all'osteria.

La notizia è stata pubblicata prima sulla Tribuna, quindi è stata ripresa dall'Ansa e da altre testate come Corriere Veneto, La Repubblica, Il Resto del Carlino, e ha fatto il giro di numerosi blog e social network, raccogliendo commenti indignati dei cittadini sui forum e da parte di rappresentanti di associazioni e sindacati, ma anche qualche tentativo di minimizzare la cosa da parte di alcuni cittadini che sui forum si firmavano con nickname di chiara connotazione nazionalista. Tutto si è ingrandito, ci siamo finiti in mezzo io, il fidanzato della ragazza, il gestore (forse quest'ultimo un po' più a malincuore).

Il giorno dopo, seguito avvio delle indagini da parte della Digos, alcuni giornali pubblicano una smentita che più o meno dice questo "Samir è un ragazzo che quella sera festeggiava con un gruppo di amici il fatto che l'indomani sarebbe partito per Londra, il coro è uno sfottò che ogni tanto gli amici gli rivolgono amabilmente perché lui, anche se è di pelle chiara e mamma veneta, ha delle origini libiche o giù di lì". Addirittura c'è un articolo su "Il Treviso" in cui Samir viene dipinto come vittima della gogna mediatica, intimorito a tal punto dall'aver letto il proprio nome su tutti i giornali, che non è uscito di casa per un giorno intero. E questo Samir al giornale dichiara (o è il giornalista che gli attribuisce questa frase?) di aver parlato personalmente alla ragazza di colore che quella sera gli aveva chiesto spiegazioni, rassicurandola che il coro era rivolto a lui. Peccato che la ragazza non abbia mai rivolto la parola né a lui né ad altri di quel gruppo... forse Samir era quel tarchiatello rasato e tatuato cui io ho chiesto cosa cantassero, forse ci vede male e ha scambiato la mia pelle bianco cadavere per nera.

La Digos sta continuando le sue indagini, ma probabilmente tutto si risolverà così. Spiegando che era un semplice coro amichevole rivolto a Samir, un Samir che a quanto pare non ha niente da farsi candeggiare.