Viviamo immersi nelle nostre realtà e cerchiamo quelle piccole cose che ci fanno star bene.
Tutto o quasi si è trasformato in esperienza collettiva. Dai vecchi cinema nei quali veniva proiettato un solo film, siamo passati ai giganteschi multisala, veri e propri contenitori sociali, nei quali la gente si concentra in una sorta di isteria cinematografica. Per non parlare degli ipermercati e degli outlet, fenomeno non solo economico ma anche architettonico e paesaggistico (capiremo tra qualche decennio quale sarà l'impatto ambientale, forse) , che stanno soppiantando i piccoli negozi di paese. Anche in questo caso la gente vi si riversa in massa, intraprendendo anche lunghi viaggi in autostrada, pur di essere presenti e pronti a sfruttare le "offerte" del giorno. Con buona pace dei centri storici delle città, che stanno subendo una sorta di desertificazione commerciale.
Tutto ormai è esperienza collettiva, anche la messa in vendita di un nuovo modello di telefono cellulare. Basti pensare al caso Apple, e al suo guru Steve Jobs, che hanno trasformato il lancio sul mercato dell'iPhone in un evento di massa. Centinaia, migliaia di persone all'esterno degli Apple Store in attesa di poter acquistare l'ultimo modello in uscita (e chissà come la prenderanno i freschi possessori dell'iPhone 4, quando verranno a sapere che la prossima estate uscirà la versione 5!!!).
Mi chiedo cosa ci spinga a fare le stesse cose che fanno gli altri e se stiamo poco alla volta perdendo coscienza e conoscenza critica. Forse condividere esperienze rende meno amara la vita quotidiana ed aiuta ad avere uno o più argomenti di cui parlare quando si esce con gli amici: "Hai visto anche tu l'ultimo film con Di Caprio? Sei stato in quel nuovo gigantesco centro commerciale? Se è solo questo il motivo poveri noi!