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sabato 26 giugno 2010

A space odyssey

Scimpanzé pronti a uccidere per la conquista del territorio
Un gruppo di scimpanzé in Africa dopo anni di battaglie ha conquistato le terre dei propri rivali. Secondo gli esperti sono comportamenti decisamente "umani".
2001 Odissea nello Spazio
Un gruppo di ominidi che muoiono di fame viene a contatto con il monolito. Il monolito nero infonde negli ominidi una nuova percezione di sé attraverso un oscuro messaggio mentale. Guarda-La-Luna inizia a battere dei bastoni contro le rocce in modo strano.
Lo stesso comando proveniente dal monolito spinse l'azione verso un uso migliore del nuovo mezzo, quando gli ominidi subirono un giorno l'attacco di una bestia, invece di rifugiarsi nella grotta come sempre faceva, Guarda-la-Luna decise di affrontarla con il bastone. La bestia dopo essere balzata verso di lui fu colpita ripetutamente con il bastone da Guarda-la-Luna, finendo col giacere per terra priva di vita. A questa azione gli ominidi rivali che assistettero alla scena si intimorirono per la presenza di un valoroso combattente che riusciva a sconfiggere i predatori. Da quel giorno quindi essi non dovettero più soffrire la fame, affinando le tecniche di caccia e scacciando i nemici.

Foto Nasa, dieci scoperte curiose sulla Luna
Dalla Terra non si può vedere, ma la missione LRO sta fornendo nuove informazioni sul 'dark side of the moon'. In quest'immagine, i colori rappresentano l'altezza di monti e la profondità dei crateri: in rosso i picchi, in blu gli 'abissi'
2001 Odissea nello Spazio
Alla vista di questa foto... Stesso libro, stesso film. Il dottor Floyd si sta recando sulla Luna perchè é stato scoperto un monolito nero di origini non umane, sepolto da tempo immemore all'interno di un cratere sulla Luna. Il primo segno di civiltà extra-umana viene scoperto perché crea un campo magnetico straordinario. L'immagine sopra non c'entra e descrive solo le profondità e gli abissi della Luna, ma nella mia testa l'immagine che dimostrava l'esistenza del campo magnetico era esattamente così.

Sono sempre stato affascinato dai viaggi spaziali, dai campi di forza, dai viaggi nel tempo e in generale la fisica e la fantascienza mi hanno sempre attirato. Per questo ho deciso di leggere Fisica dell'impossibile di Michio Kaku. Cerca di spiegare che cose ritenute impossibili - es la bomba atomica - poi sono divenute realtà e che quello che viene catalogato da alcuni scienziati come "impossibile" è relativo. Ci sono delle leggi della natura che valgono sempre, ma c'è il modo di eluderle e ci sono altre cose ritenute impossibili di cui non è possibile fornire una dimostrazione e quindi anche in questo caso c'è speranza.

Dopo aver finito di leggere il libro, uscirò completamente di testa, quindi faccio un caloroso saluto a tutti i lettori del blog.

Fonti, link e approfondimenti:
Scimpanzè pronti ad uccidere per la conquista del territorio
Nasa, dieci scoperte curiose sulla Luna
2001 Odissea nello spazio (romanzo)

martedì 15 giugno 2010

Anche Francesco è invecchiato

Su L'Unità di ieri è stata pubblicata un'intervista molto bella a Francesco Guccini, in occasione del suo settantesimo compleanno. Inizia con un significativo "Sono vecchio, stanco e mi sono rotto i coglioni". A Toni Jop, Guccini confessa le proprie malinconie di settantenne, e mi stupisce leggere la sua tristezza, il suo stupore quasi, come se non potesse credere che il tempo sia passato anche per lui. Sembra che voglia solo stare tranquillo, a leggere e sonnecchiare in un'estate infinita. Un po' come me, anche se ho meno della metà dei suoi anni.

A questo link l'intervista, che vi consiglio di leggere
http://www.unita.it/news/spettacoli/100008/i_anni_di_guccini_mi_sento_come_i_gatti_di_gennaio

mercoledì 26 maggio 2010

A proposito di social network

Se siete malati di social network oppure solamente curiosi non potete perdervi Foursquare, portale attraverso il quale segnalare agli amici ed ai contatti online la vostra presenza nei pressi di un locale, hotel, cinema, ristorante in ogni parte del mondo. Il cosiddetto check in online, un modo divertente per dare consigli su quali posti frequentare, che offre vantaggi anche dal punto di vista pratico. Gli esercizi pubblici che aderiscono a questo social network (es. Starbucks) propongono offerte speciali a chi fa almeno 5 check in, diventando major (sindaco) di quel locale.
Per saperne di più www.foursquare.com

lunedì 3 maggio 2010

ROTONDA DI S. MARA DEL MONTE, UN GIOIELLO NASCOSTO TRA I COLLI


Ieri mattina, per rassodare il flaccidume di 40 ore settimanali passate davanti al pc, e per far sgranchire le zampe al cane, abbiamo intrapreso uno dei nostri ormai consueti percorsi di trekking fuori mura. Stavolta poco impegnativo, data la stanchezza, la colazione non ancora digerita e la minaccia della pioggia fredda, che infatti ci ha sorpresi dopo pochi minuti di cammino.

Salita via dell'Osservanza e intenzionati a raggiungere Villa Aldini - quella villa "napoleonica" che per anni avevo visto solo da lontano (da via Marconi) credendola un insolito tempio collinare, e che ora mi piace andare a visitare ogni tanto, per ammirarne il timpano e le colonne neoclassiche - abbiamo notato una freccia che indicava l'apertura al pubblico della Rotonda di S. Maria del Monte. Si tratta di una struttura circolare adiacente alla villa, che avevamo sempre trovato chiusa ma che ora, grazie ad un'iniziativa del Touring Club, è aperta gratuitamente al pubblico ogni fine settimana.
Appena sulla soglia siamo stati accolti con entusiasmo da due guide del Touring - un uomo e una donna sulla quarantina, entrambi molto simpatici e disponibili - palesemente felici di constatare che dopotutto la loro presenza in quella mattina piovosa e fredda non sarebbe stata inutile. Il signore, un uomo distinto che più che bolognese sembrava iracheno, ci ha spiegato la storia della rotonda.

Quello della Madonna del Monte fu un importante santuario bolognese, sorto intorno alla metà del XII secolo. La chiesa, di forma rotonda, venne completata nel 1116.
I monaci benedettini ne presero possesso nel 1170 (per cui il colle venne inizialmente definito di San Benedetto) e ingrandirono la costruzione.

La pianta ha una struttura circolare quasi perfetta, misure e proporzioni derivano sia dal mondo romanico che medievale.
All'interno, le nicchie ospitano i resti degli affreschi raffiguranti i dodici Apostoli, la Madonna e Gesù Cristo. Oggi restano visibili le figure incomplete di sette apostoli, e l'immagine della Vergine collocata sull'altare.
Nella fascia più alta della parete era rappresentata la leggenda della colomba, che è legata alla fondazione del santuario. La cupola, in muratura, è illuminata da piccole finestre. Al centro erano affrescati una Madonna con bambino, il Papa, il Legato ed una veduta di Bologna nel XII secolo.

Il santuario per oltre seicento anni fu uno dei luoghi più noti e venerati della città, frequentato da San Domenico e visitato da Sant'Antonio da Padova, da Dante e da San Bernardo da Siena.
Più importante della stranota Madonna di San Luca, ora in cima alla classifica dei luoghi di devozione bolognesi.

Nel '600 intervennero pittori di gusto barocco a sostituire gli affreschi ormai diluiti dal tempo. Con le leggi napoleoniche, lo scempio finale: la soppressione del convento e l'inglobamento della Rotonda nella villa - così bella e così incompiuta, voluta dal ministro napoleonico Antonio Aldini e mai abitata - per essere usata probabilmente come sala da pranzo.

Nel ventennio fascista, la riscoperta degli antichi affreschi da parte dello studioso Guido Zucchini.
E a questo proposito la guida ci ha fatto notare un particolare, che si può vedere solo mettendosi di fronte all'ingresso e aguzzando la vista con gli occhi rivolti verso l'alto: in due piccolissimi rilievi, un fascio littorio e una svastica.  Altro particolare, la rotonda era affrescata anche dall'esterno (visibili alcuni resti da una stanzetta attigua che fa parte della villa).


Quali "mondi" si possono scoprire facendo una semplice passeggiata...
Se vi capita di passare da queste parti, andateci: è un'iniziativa che il Touring Club sta facendo in diverse città ma può andare avanti solo se c'è interesse da parte della gente.

giovedì 29 aprile 2010

LA VERITA' E' UN'UTOPIA

In questi ultimi giorni ho avuto modo di sperimentare direttamente e con dispiacere come la mia città natale abbia ancora molta strada da fare per quanto riguarda l'integrazione e l'apertura verso altre realtà, o almeno nel rendere noto anche agli altri che questa strada si sta percorrendo... e ho appurato, sempre di persona, come i media e le persone intervistate dai media stravolgano spesso la realtà dei fatti.

Mi sto riferendo all'episodio di razzismo verificatosi circa quindici giorni fa in un locale di Treviso. Vicenda che ha trovato ampio spazio sui giornali, sia cartacei che online.
Tutto è cominciato con un'email al quotidiano locale La Tribuna di Treviso, che denunciava un fatto che ha coinvolto una ragazza di colore presente: un gruppo di teste rasate, piombato nella piazzetta gremita di ragazzi antistante al locale, verso la mezzanotte di un sabato sera qualunque, si mette a guardare male la ragazza, a intonare un coro da stadio che dice "candeggiamo Samir" e continua per un bel po'... poi la bagarre continua all'interno del locale, mentre la ragazza e i suoi amici se ne vanno. Il giorno dopo uno dei gestori è costretto a ripulire i rifiuti della festa: una serie di svastiche disegnate sui muri accanto all'osteria.

La notizia è stata pubblicata prima sulla Tribuna, quindi è stata ripresa dall'Ansa e da altre testate come Corriere Veneto, La Repubblica, Il Resto del Carlino, e ha fatto il giro di numerosi blog e social network, raccogliendo commenti indignati dei cittadini sui forum e da parte di rappresentanti di associazioni e sindacati, ma anche qualche tentativo di minimizzare la cosa da parte di alcuni cittadini che sui forum si firmavano con nickname di chiara connotazione nazionalista. Tutto si è ingrandito, ci siamo finiti in mezzo io, il fidanzato della ragazza, il gestore (forse quest'ultimo un po' più a malincuore).

Il giorno dopo, seguito avvio delle indagini da parte della Digos, alcuni giornali pubblicano una smentita che più o meno dice questo "Samir è un ragazzo che quella sera festeggiava con un gruppo di amici il fatto che l'indomani sarebbe partito per Londra, il coro è uno sfottò che ogni tanto gli amici gli rivolgono amabilmente perché lui, anche se è di pelle chiara e mamma veneta, ha delle origini libiche o giù di lì". Addirittura c'è un articolo su "Il Treviso" in cui Samir viene dipinto come vittima della gogna mediatica, intimorito a tal punto dall'aver letto il proprio nome su tutti i giornali, che non è uscito di casa per un giorno intero. E questo Samir al giornale dichiara (o è il giornalista che gli attribuisce questa frase?) di aver parlato personalmente alla ragazza di colore che quella sera gli aveva chiesto spiegazioni, rassicurandola che il coro era rivolto a lui. Peccato che la ragazza non abbia mai rivolto la parola né a lui né ad altri di quel gruppo... forse Samir era quel tarchiatello rasato e tatuato cui io ho chiesto cosa cantassero, forse ci vede male e ha scambiato la mia pelle bianco cadavere per nera.

La Digos sta continuando le sue indagini, ma probabilmente tutto si risolverà così. Spiegando che era un semplice coro amichevole rivolto a Samir, un Samir che a quanto pare non ha niente da farsi candeggiare.

venerdì 26 marzo 2010

RAI PER UNA NOTTE... MEMORABILE

Visto che c'ero, vorrei dire la mia sulla serata di ieri al Pala Dozza, per quelli che non l'hanno potuta o voluta vedere. Piccole osservazioni qui e lì che vanno oltre quello che si è visto e sentito attraverso tv, web, radio.

A quanto pare Rai per una notte (il cui titolo deduco derivi dal bellissimo film di Martin Scorsese con Robert de Niro Re per una notte) ha toccato il 13% di share e, con più di 125.000 accessi internet, è stato il più grande evento web della storia italiana. Per non parlare di tutte le persone che hanno seguito la trasmissione dai maxischermi nelle piazze, e di noi che eravamo più di 5.000 dentro al palazzetto dello sport.

Grande serata, serata memorabile.
Daniele Luttazzi con la sua esilarante teoria delle tre fasi (e per un momento con il volto di Enzo Biagi proiettato sugli schermi, sembrava che tutti e tre, Santoro Luttazzi e Biagi, si fossero presi la propria rivincita) e Marco Travaglio coi suoi resoconti che si attengono ai nudi fatti (con qualche saporita similitudine qui e là) sono forse quelli che hanno ricevuto gli applausi più grandi.
Ma ogni momento è stato intenso, interessante o divertente. Dal comico Antonio Cornacchione che piagnucolava "Ma poverino, non può neanche telefonare ad un suo amico?" (riferendosi alle telefonate di Berlusconi al commissario dell'Agcom Innocenzi, in cui the president faceva pressioni perché Annozero fosse "fermata"), a Elio e le storie tese che hanno cantato la parodia della canzone portata al festival di Sanremo dal principe Filiberto e da Pupo, ai filmati-intervista a Monicelli, Benigni, Milena Gabanelli, alla "recitazione" delle comiche telefonate - intercettate - tra Berlusconi, Innocenzi (Agcom) e Masi (DG della Rai), alle canzoni di Teresa De Sio, agli interventi dei lavoratori in cassintegrazione, dei giovani ricercatori licenziati da un governo che dice che sconfiggerà il cancro. Mi è piaciuto perfino Gad Lerner ieri sera. Mentre Giovanni Floris come sempre è stato un po' più moderato.
Unica "pecca", Morgan e Venditti che si sono accompagnati in un duetto piano-voce che a mio avviso ha fatto scendere il livello di intensità e di partecipazione. Per non parlare del fatto che Morgan non sapeva quello che diceva, si interrompeva credendo di vedere cadere la sua sedia che invece era lì ben salda, interrompeva Riccardo Iacona mentre questo faceva un discorso interessantissimo, e veniva interrotto a sua volta da uno sparuto gruppo di adolescenti che gli urlavano di tornare a X-Factor mentre uno di loro sfoggiava ripetutamente un anacronistico pugno sinistro alzato e il suo compagno sorseggiava ripetutamente da una bottiglia di Montenegro.

E a questo proposito devo dire che gli italiani nonostante tutto, di destra o di sinistra che siano, son sempre i soliti coglioni in certi ambiti. La fila davanti ai cancelli che si sviluppava in orizzontale, le spinte per arrivare prima, gli applausi quando sarebbe stato meglio ascoltare e basta, i commenti che si potevano risparmiare. C'è da dire che la maggior parte del pubblico era costituita da studenti ancora in preda all'estremismo di certi ideali, che fraintendono e forse nemmeno loro sanno bene cosa siano.

Poi mi sono chiesta com'è Michele Santoro col suo team... sembra un tipo che si incazza facilmente, ma questo forse lo sapevate già. Al bar ho anche "intercettato" una conversazione tra due del suo staff. La ragazza diceva al ragazzo "Dopo diglielo tu" e lui "A chi" "A quello stronzo di Michele" rispondeva lei sotto voce.

E dopo questo pettegolezzo tipicamente femminile, il mio consiglio è di non perdersi le toccanti parole di Monicelli, l'esilarante e sincero monologo di Luttazzi (non adatto ad orecchi delicati però), e magari anche il saluto di Benigni, con la sua speciale ironia. Qui di seguito i link:

Monicelli
http://www.youtube.com/watch?v=tIUwzqYvfp8

Luttazzi
http://www.youtube.com/watch?v=ydEaq4tlmew
http://www.youtube.com/watch?v=zSRyHOdewv4

Benigni
http://www.youtube.com/watch?v=x-U4rTkQUtc

lunedì 22 marzo 2010

Zaphod Beeblebrox mi ricorda qualcuno...

Tra le pagine di un bellissimo libro del 1979 intitolato "Guida galattica per gli autostoppisti", regalatomi poco tempo fa, ho incontrato la descrizione di un personaggio, che mi ha subito riportato alla mente i tratti caratteristici di un uomo del nostro tempo:

"...la sua fondamentale qualità è saper provocare scandali. Per questa ragione scegliere un presidente non è facile: bisogna poter scegliere una persona che sappia provocare il furore della gente, ma che sia anche in grado di affascinarla. Il suo compito non è esercitare il potere, ma stornare l'attenzione della gente dal potere stesso. In questo senso Zaphod Beeblebrox è uno dei migliori presidenti che la Galassia abbia mai avuto: ha già passato in carcere per truffa due dei dieci anni della presidenza..."

Avete capito a chi mi riferisco???

martedì 16 marzo 2010

La Musica

Da un bel po' non lascio commenti, nemmeno oggi ho da farne, ma voglio regalare un brano bellissimo di Brian Eno a chi si avventurasse in questo blog, per caso.
Il brano si intitola An ending (ascent).

http://www.youtube.com/watch?v=aKw5mbcE7VY

domenica 28 febbraio 2010

Trekking sul Monte Adone

Finalmente una bella giornata dopo tanti giorni di pioggia, neve e freddo!
Io e Sante abbiamo deciso di concederci una passeggiata nella natura e abbiamo scelto di salire sulla cima del Monte Adone.

Iniziano i preparativi: cartina, gps, zainetto con acqua bocconcini e biscottini, maglione di riserva. Metto su le scarpe adatte.
Si parte.

Partenza: da Brento (BO).

Arrivati a Brento si prosegue su Via Vallazza; la strada è in salita e si trova l’indicazione per il sentiero CAI di Monte Adone, Monte del Frate, Badolo.
Lasciata la macchina nella piazzola io e Sante abbiamo imboccato il sentiero CAI 110 in direzione di Monte Adone. Il sentiero è di facile percorribilità, leggermente in salita, ma largo e scorrevole.

Dopo pochi minuti di cammino si incontrano un gruppetto di case, ognuna delle quali ha come guardia un branco di cani arrabbiatissimi che ululano, abbaiano e sbavano appena qualcuno si avvicina. Sante ha capito tutto, ma io ho solo pututo immaginare quante e quali minacce ci hanno detto. Fortunatamente c'era il recinto a separarci e così abbiamo potuto proseguire indisturbati verso la cima del Monte.


Man mano che si prosegue la salita aumenta ma il panorama è mozzafiato e si riescono addirittura a vedere le alpi innevate in lontananza.


Il ricordo dei branchi di cani famelici è ormai del tutto svanito e dopo lo spavento iniziale Sante si mette subito a suo agio.

Il sentiero è facilmente percorribile e, nonostante abbia piovuto in questi giorni, non è affatto scivoloso.
Siamo in dirittura di arrivo e dopo un'ultima ripida salitina il bosco si apre e gli alberi lasciano il posto ad un spiazzo bellissimo.




















Dopo una una breve sosta per rifocillarci con acqua e bocconcini, godendoci il panorama offerto, ci rimettiamo subito in cammino perchè vogliamo arrivare sulla cima dell'Adone!
Sulla sinistra, in pochi minuti, si raggiunge il punto più alto, che domina sulla splendida Valle del Setta, piena di colori, campi coltivati, boschi e casolari e lo sguardo prosegue oltre fino a raggiungere le montagne circostanti che regalano un paesaggio di rara bellezza.

Da qui si vede il Monte Cusna, il Corno alle Scale e il Monte Cimone; a sud-ovest si levano gli imponenti bastioni arenacei boscati del Parco Regionale di Monte Sole, a nord-ovest si staglia il Monte Frate e la Rocca di Badolo.
Siamo a 655 metri d’altezza ma si ha come l’impressione di essere nel punto più alto della terra.




Rientriamo a casa soddisfatti.
Prossima tappa Monte Sole, si accettano adesioni!

venerdì 26 febbraio 2010

TOSE E TOSATTI

La parola ragazzo potrebbe derivare dall'arabo raqqa so, corriere, messaggero. Oppure dal tardo latino barbarico ragazium, da raga, vale a dire veste lacera: il ragazium era quindi probabilmente un servo un po' cencioso, un garzone.
Ma la tesi più "carina" è quella che fa derivare il termine dal veneto ragar, che sta per radere. Il verbo si riferiva ai giovani servi che venivano rapati a zero. Tesi avvalorata dai termini ancora in uso nel dialetto veneto, tosa e toso/tosatto (quindi si lega a tosare), che indicano appunto le ragazze e i ragazzi.

Fonte: rivista mensile STORICA (National Geographic), febbraio 2010... che vi consiglio di leggere ogni tanto

mercoledì 24 febbraio 2010

CAPRICCI

Aveva vent'anni Giovan Battista Piranesi quando, al seguito dell'ambasciatore veneziano Francesco Venier, giunse a Roma. Nato a Mogliano Veneto (TV) nel 1720, Piranesi aveva lavorato a Venezia acquisendo competenze di architetto, disegnatore di scenografie teatrali e incisore all'acquaforte.
Una volta a Roma iniziò a studiare l'architettura della città, ma ben presto realizzò che le possibilità in questo campo erano scarse e, sempre più affascinato da ciò che era stata l'architettura antica di Roma, iniziò a ritrarla nelle sue vedute e incisioni.

Nel 1748 inizia la serie delle Vedute di Roma in cui Piranesi ricostruisce i monumenti dell’antichità con precisione e rigore filologici ma al tempo stesso scegliendo scorci insoliti e utilizzando un suggestivo gioco di luci e ombre.

Ma la sua migliore produzione, per quel che mi riguarda, è la serie di Capricci (1745) e delle famose Carceri d'invenzione (1745-1750), in cui è presente l'influenza del conterraneo Tiepolo. Un'originalità stilistica che si ritrova anche nelle Vedute di Roma.

Un'atmosfera lontana e suggestiva aleggia tra le rovine e gli archi, nei sepolcri abbandonati, nel foro, nel vestibolo di un antico tempio, sotto l'ampio arco di un ponte.

Un immaginario surreale e al tempo stesso determinato da un'infinità di piccoli dettagli, nel quale l'antica Roma rivive, velata di Romanticismo e di Sogno.

Nell'immagine qui sopra vedete un esempio di Capriccio,  la via Appia immaginata da Piranesi (cliccare per ingrandire)

sabato 20 febbraio 2010

I PALADINI DELLA LETTURA

Un giovane ragazzo qualche tempo fa ha avuto l'idea di lanciare, dal suo blog, un'iniziativa per promuovere la lettura. Secondo lui leggere è indice di intelligenza, di civiltà, di umanità (non necessariamente, ma spesso) e ha pensato pertanto ad un'azione che possa smuovere la situazione e favorire un progresso culturale e mentale, ma anche un'occasione per abbattere le barriere di silenzio che ci sono tra le persone che si incontrano ogni giorno sul tram, in treno, per strada, senza nemmeno scambiarsi un sorriso.

L'idea è semplice:
il 26 marzo 2010, dovremmo tutti prendere uno dei nostri libri preferiti e donarlo ad un perfetto sconosciuto.

Da quanto ho capito non è per lui un gesto simbolico, ma un vero e proprio atto che potrebbe avere del rivoluzionario...

Che cosa pensare di questa iniziativa?
La trovo un po' ingenua e un po' snob, magari inconsapevolmente snob (anche se il ragazzo stesso immagina e teme sia vista così, lo dice nel blog), ma in fondo male non può fare. Il peggio che può succedere è che qualcuno lo prenda come pretesto per sbolognare vecchi libri che non si trovano precisamente tra i preferiti... e che qualcun altro reagisca pensando che il donatore del libro sia un venditore ambulante di libri, un testimone di geova o semplicemente un pazzo.
Insomma alla fine di tutto resta un'iniziativa carina, che ad oggi su facebook ha già raccolto 208.852 membri. Anche se credo che io non aderirò.

Che ne pensate?
http://albyok.altervista.org/pensoscrivo/leggere-leggere-leggere

lunedì 15 febbraio 2010

TEST SUGLI ANIMALI - POCHI NOMI DA TENERE A MENTE

Ogni volta per ricordarmi quali sono le aziende da boicottare per quanto riguarda profumi detersivi cosmetici etc, faccio una gran fatica e confusione, dato che ci sono quelle brave quelle bravine quelle crimnali... ho individuato pochi nomi ma buoni, sui quali mi orienterò per i prossimi acquisti.
Ve li segnalo, anche se mi spiacerebbe poi che tutte usassimo lo stesso profumo :)
Mano a mano che ne troverò altri, aggiornerò la lista:

COSMETICI 
Clarins (molto buoni tra l'altro)
Lepo
Locherber
Helan

CREME VISO, CORPO
Locherber
Neostrata
Argital
Helan 


PROFUMI
Lepo
Helan

DENTIFRICIO, DETERGENTI
L'Angelica
Sapone di Aleppo 
Lush (una ditta che prima non mi piaceva ma che ho rivalutato dopo aver letto i valori e il modo di lavorazione dei prodotti)
Helan

CIBO ANIMALI
Almo Nature

Il problema è ricordarsi tutte quelle da evitare, anche nell'alimentazione. Sono tantissimi (Colgate, Palmolive, Dash, Idraulico Liquido, Algida, Calvè, EuKanuba...), per andare sul sicuro cerco sempre di acquistare prodotti Coop.

giovedì 11 febbraio 2010

Dino Buzzati potrà riposare finalmente in pace (anche molte altre persone)

La Regione Veneto (che tra pochi mesi purtroppo cadrà in mano ai leghisti) ha approvato la legge funeraria che permette la dispersione delle proprie ceneri in natura.

Il grande Dino Buzzati potrà quindi esaudire il suo desiderio di tornare, per sempre, tra le amate cime dolomitiche.

tratto da "Il Corriere delle Alpi" di oggi 11 febbraio 2010

«Finalmente Dino potrà ritrovare la libertà tra le sue montagne». E' felice ed emozionata Almerina Antoniazzi, la vedova dello scrittore bellunese Dino Buzzati. Nella sua casa milanese ha appreso martedì sera dell’approvazione, da parte del consiglio regionale veneto, del progetto di legge che contiene le nuove norme in materia funeraria.

Norme che introducono delle novità decisamente importanti, soprattutto per ciò che riguarda la dispersione delle ceneri in natura. Essa potrà infatti avvenire in mare, nei laghi, nei corsi d'acqua liberi da natanti e in montagna, in aree distanti almeno duecento metri da luoghi abitati.

Il sogno di Dino Buzzati può quindi avverarsi e col suo anche quello di tanti amanti della montagna che vogliono essere "liberati" dopo la morte tra le amate cime. Una notizia che emoziona la vedova dello scrittore e giornalista bellunese.

Signora Almerina, una bella notizia...
«Direi che è un sogno che finalmente si avvera. Per la mia famiglia si tratta di una notizia stupenda, quasi inattesa. Mi ha chiamato martedì sera un giornalista e mi ha riferito quanto approvato dal consiglio regionale. Sono rimasta a bocca aperta. Non posso negare che, riattaccata la cornetta, sono stata presa da una grande emozione».

Partirete subito con i preparativi per l’ultima grande scalata di suo marito?
«Dovremo organizzare il tutto, ma penso che sarà meglio attendere l’estate. In questi giorni è meglio stare in pianura, visti tutti gli incidenti che si sono verificati. Faremo tutto con calma. Penso che ci muoveremo tra giugno e luglio».

Dove si trovano al momento le ceneri di Dino Buzzati?
«Noi familiari non l’abbiamo mai detto a nessuno e non lo faremo ora, perché si tratta di un luogo riservato solo alla famglia».

Dove pensate di disperdere le sue ceneri?
«A lui piacevano tanto le Cinque Torri e soprattutto la Croda da Lago. Qui ha arrampicato per la prima e per l’ultima volta: era il 1966 e l’amico Rolly Marchi volle fargli un regalo per il suo sessantesimo compleanno».

Sono tanti gl amici che vorrebbero partecipare a questa cerimonia...
«L’ultima scalata di Dino sarà effettuata in compagnia dei familiari e di pochi amici. Il pensiero va a Lorenzo Lorenzi, che coinvolgerò per organizzare il tutto, e a Rolly Marchi, che spero possa essere con noi. Comunque ne daremo notizia solo a cerimonia avvenuta. Dino era una persona riservata, che preferiva non parlare della sua vita privata. Ricordo che nel suo testamento, mi chiese di dare la notizia della sua morte a funerali avvenuti».

Un ultimo pensiero?
«Finalmente Dino potrà riavere la libertà sulle sue montagne. Sono contenta»

lunedì 8 febbraio 2010

SCOMPARSO NEL NULLA

La mattina di lunedì 25 gennaio un ragazzo di 28 anni - studente universitario di Trento - è uscito per fare jogging al Parco dei Gessi di San Lazzaro (Bologna) e non è più tornato. Ieri, dopo più di 10 giorni, le ricerche sono state sospese. Il padre però ha detto che continuerà a cercare, anche se non sa dove.

E' vero che il Parco - detto dei Gessi perché vi si trovano diversi affioramenti gessosi - è pieno di grotte, cavità naturali, pendii, vegetazione, e non è quindi il classico parco pianeggiante e ordinato, con quattro alberelli piantati qui e lì, dove basta un'occhiata per sondare ogni angolo. Ma le ricerche sono state compiute da centinaia di persone, tra forze dell'ordine, parenti e amici (nel nostro piccolo anche noi abbiamo fatto una escursione in una zona un po' più discostata, pensando che ormai fosse inutile cercare nei percorsi più battuti) senza successo. C'è la testimonianza del gestore del bar al circolo anziani che gli ha servito un caffè verso le 14 e dice che il ragazzo gli pareva sconvolto... ma forse uno che ha corso per ore la faccia un po' sconvolta ce l'ha. Poi c'è un automobilista che crede di averlo visto. Ed è stata trovata la sua bicicletta lì dove l'aveva lasciata prima di iniziare a fare jogging... ma nient'altro.

Sparito nel nulla.

Questa storia, oltre a rattristarmi e a trasmettermi un senso di impotenza, insieme al desiderio di dare il mio contributo, che però sospetto inutile in ogni caso (sono passati troppi giorni per sperare in qualcosa di buono, a meno che Mariano non sia scappato con solo 20 euro in tasca e senza cellulare), mi fa venire in mente Picnic ad Hanging Rock: un gruppo di ragazze durante una gita sale sulla sommità di un gruppo roccioso e non fa più ritorno.

Ma quella è solo una storia inventata. Questa è la realtà. E non mi capacito di come oggi si possa sparire così, senza lasciare traccia.

giovedì 4 febbraio 2010

L'ARTE DI DEFECARE

L'ho sempre saputo che il cesso può essere una forma d'arte, dai tempi in cui lavoravo alla Pozzi-Ginori e apprezzavo i cataloghi con le nuove linee "Collection" disegnate dall'architetto Citterio. E prima di lui l'azienda, quando ancora si chiamava Richard-Ginori (ora la Richard-Ginori fa porcellane d'arte e ha lasciato lavabi e cessi alla Pozzi-Ginori) aveva coinvolto architetti-artisti del calibro di Gio Ponti, Giovanni Gariboldi, Antonia Campi per ideare articoli da bagno dal design innovativo e ricercato.

A ulteriore conferma che anche defecare può essere un momento "estetico", se così si può dire, la mostra Fuoriluogo - Wchairs in corso a Palazzo Medici Riccardi, Firenze. Venti opere d'arte che esaltano e decontestualizzano la seduta dal suo uso quotidiano.

La mia preferita è quella in foto, se volete vedere le altre curiose creazioni
http://firenze.repubblica.it/multimedia/home/22858597/1/1

mercoledì 3 febbraio 2010

CHI CONOSCE HERP ALBERT?

Oggi ho scoperto un grande musicista: Herp Albert. Trombettista statunitense (Los Angeles) di 75 anni, ha iniziato la propria carriera negli anni Cinquanta.

E' stato leader del gruppo Tijuana Brass fino al 1969, anno in cui ha intrapreso la carriera di solista. Il nome del gruppo deriva da Tijuana, in Messico, dove Herp Albert aveva ascoltato e apprezzato la musica di un gruppo mariachi.

Avevo sentito questo bellissimo brano chissà quando, e ieri di nuovo dopo tanti anni. Forse anche perché amo la musica messicana, ma la trovo bellissima (se escludiamo il riferimento alle corride): The Lonely Bull, ditemi cosa ne pensate.
http://www.youtube.com/watch?v=AaMzjJ7slJg

Ah, magari anche chi crede di non aver mai sentito nominare prima Herp Albert (o forse sono solo io!) scoprirà di conoscere la sua musica senza saperlo... vi dice niente questo brano?
http://www.youtube.com/watch?v=2aeQxKdphPc&feature=related

martedì 2 febbraio 2010

Fuma crack (Morgan)

Non l'avrei mai detto! Ma proprio mai! Non si vedeva che era fuori come un'antenna quando partecipava a XFactor...

Forse fa anche bene

http://www.repubblica.it/cronaca/2010/02/02/news/morgan_fumo_sempre_cocaina_in_tv_troppi_cattivi_come_la_de_filippi-2164390/

I giorni della merla

Passati i giorni della merla che, secondo la tradizione, sono i più freddi dell'anno. Ma qui, almeno per il momento, ci si congela più di prima.

I famosi giorni della merla sono il 29, 30 e 31 gennaio. Ci sono due versioni della leggenda di cui è protagonista la merla: nella prima si racconta che il suo piumaggio, in origine bianco, fosse diventato nero dopo che - proprio a gennaio - si era rifugiata in un comignolo coi suoi pulcini per ripararsi dal freddo. Ne erano usciti il 1 febbraio tutti sporchi di fuliggine. E da quel momento tutti i merli furono neri.
Un'altra leggenda racconta che il mese di Gennaio - che una volta contava 28 giorni - si divertiva a disturbare la merla col freddo e col gelo, così lei si era rifugiata nella propria tana ad aspettare che il mese finisse. L'ultimo giorno del mese la merla uscì dal suo rifugio e si fece beffe di lui, che si arrabbiò e chiese a Febbraio di prestargli altri tre giorni, nei quali si vendicò portando altro freddo e altro gelo. Allora la merla fu costretta a rifugiarsi in un comignolo e da lì ne uscì solo il 1 febbraio, tutta nera. Una bella storia, che però non rispetta la natura dei merli: sono i maschi ad avere delle bellissime piume nere, mentre quelle delle femmine sono marroni.

Secondo la leggenda, se i giorni della merla sono freddi, allora la Primavera sarà bella. Se sono miti, la Primavera arriverà invece in ritardo.

La leggenda ha comunque un fondo di verità, in quanto una volta il calendario romano prevedeva che gennaio avesse 29 giorni.

Un'altra leggenda di cui non conoscevo nemmeno l'esistenza, riguarda i giorni della vecchia: 29 30 e 31 marzo. Si dice che in questo periodo ritorni il freddo. La storia è un po' quella della merla: quando Marzo aveva ancora 28 giorni, una vecchietta cantò vittoria troppo presto, dicendogli "Marzo, ormai non mi puoi più fare niente, oggi è già Aprile". Allora Marzo se la prese e chiese tre giorni ad Aprile, nei quali fece tornare il freddo.

venerdì 29 gennaio 2010

Addio giovane Holden

E' morto due giorni fa, all'età di 91 anni, J.D. Salinger, lo scrittore noto a tutti per il suo romanzo di formazione pubblicato nel '51, Il giovane Holden (titolo originale, The Catcher in the Rye).

Originario di New York, sposatosi 2-3 volte, padre di due figli, di lui si dice che fosse un uomo riservato, schivo, e che abbia passato gran parte degli ultimi decenni a scrivere opere che non ha mai voluto far pubblicare.


In America The Catcher in the Rye  è molto diffuso e viene letto nelle scuole, è un po' come per noi i Promessi Sposi (il romanzo più recente che ci fanno leggere, perché nelle scuole italiane il Novecento è cosa quasi ignota). Anche in Italia viene comunque considerato un capolavoro. La traduzione è ormai obsoleta ma è un libro che merita, soprattutto se letto quando si è ancora ragazzi... anche se temo che gli adolescenti di oggi  non riuscirebbero ad apprezzarlo.

Interessante la ragione del titolo originale del libro. The Catcher in the Rye fa riferimento ad una antica poesia di Robert Burns (poeta e compositore scozzese del '700) intitolata Comin' Through the Rye:

« Gin a body meet a body   
Coming thro' the rye,
Gin a body kiss a body
Need a body cry? »
 che in italiano è

« Se una persona incontra una persona
Che si avvicina in un campo di segale,
Se una persona bacia una persona
Quella persona deve piangere? »
Ad un certo punto del romanzo Holden, quando la sorella Phoebe gli chiede cosa voglia veramente fare da grande, risponde, ispirandosi alla poesia di Burns, di voler salvare i bambini che giocano nel campo di segale, afferrandoli un attimo prima che cadano nel burrone:

"I’m standing on the edge of some crazy cliff. What I have to do, I have to catch everybody if they start to go over the cliff - I mean if they’re running and they don’t look where they’re going I have to come out from somewhere and catch them. That’s all I’d do all day. I’d just be the catcher in the rye and all."

giovedì 28 gennaio 2010

Carnevale 2010


Anche quest'anno è arrivato il momento del Carnevale di Venezia, un evento imperdibile per molti frequentatori di questo blog...
Sabato 6 febbraio giornata inaugurale, con lo spettacolo in Piazza San Marco "Arlecchino servitore di due padroni" alle ore 21.00.
Da non perdere!!!

Sarà “Arlecchino servitore di due padroni” del Piccolo Teatro di Milano interpretato dal grande Ferruccio Soleri ad aprire la sera di sabato 6 febbraio il Carnevale di Venezia 2010, Sensation 6 sensi x 6 sestieri, in programma fino a martedì 16 febbraio. Dopo il premio Nobel Dario Fo, un altro artista di assoluto rilievo nel panorama teatrale inaugurerà i dieci giorni di maschere, spettacoli, colori e musica. Per l’occasione, Ferruccio Soleri porterà in Piazza San Marco un adattamento realizzato ad hoc per il Carnevale a cura del Stefano De Luca.
“Arlecchino, servitore di due padroni”, con la regia di Giorgio Strehler, è stato rappresentato finora nei teatri di 331 città (182 italiane e 149 di 32 Paesi di tutti i continenti). “La mia prima recita nel ruolo del protagonista Arlecchino risale al 28 febbraio 1960”, spiega Ferruccio Soleri. “Da allora ho recitato 2.064 volte: sono davvero felice, proprio dopo mezzo secolo, di portare in Piazza San Marco uno spettacolo che è nel cuore di milioni di spettatori di tutto il mondo”.

http://www.carnevale.venezia.it

mercoledì 27 gennaio 2010

Pane pugliese


Impariamo a fare il pane di semola di grano duro

Ingredienti:
- 600gr di semola di grano duro rimacinata
- mezzo cubetto di lievito di birra
(o equivalente lievito secco in bustina)
- 15 gr di sale fino
- 400 gr di acqua

Cosa vi serve:
- setaccio
- spianatoia per impastare
- carta da forno

Cottura: 45 minuti - Lievitazione: 3 orette

Procedimento:
Sbriciolare il lievito in una tazza e scioglierlo in un paio di cucchiai di acqua tiepida e impastarlo con un po' di farina. Lasciarlo riposare una mezz'oretta finchè non è ben gonfio.

Mettere la farina setacciata a fontana sulla spianatoia e rovesciuarvi in mezzo in mezzo il lievito. Aggiungere il sale solo dopo aver ben amalgamato il lievito (i due ingredienti non devono venire a contatto) e continuare a impastare per una mezz'oretta finchè il composto non è liscio ed elastico. Fare una palla e praticare in superficie un taglio a croce.
Lasciare lievitare per tre ore circa (deve triplicare), può aiutare mettere la palla in forno spento preriscaldato a 40°.

Passate le tre ore, schiacciare la pasta senza impastarla dandole la forma della pagnotta rettangolare (spessore 3-4 cm) e arrotolarla poi su se stessa.
Sistemarla sulla carta da forno spolverizzata di farina e con un coltello molto affilato fare tre o quattro tagli obliqui della superficie, spolverizzare abbondantemente di farina e lasciare riposare ancora 30 minuti.

Infornare a 220°C per 30 o 40 minuti e far raffreddare la pagnotta avvolgendola in un paio di canovacci di cotone.


Venezia, la luna e tu

Per gli amanti di Venezia, guardate che iniziativa carina segnalata su www.anobii.com dall'autore di un libro - che sembra interessante - su Venezia. Basta solo avere un po' di fantasia:

A chi acquisterà "Venezia degli amanti. L'epopea dell'amore in 11 celebri storie veneziane" (Marco Tropea editore) nelle librerie Lovat di Villorba (Tv) – Via Newton 32 – Trieste e Padova, e solo a chi comprerà questo libro, verrà consegnata la cartolina di San Valentino, su cui dovrà venire scritta una frase d'amore. La cartolina compilata potrà essere riconsegnata entro il 1° marzo presso una della librerie Lovat. Una qualificata giuria selezionerà le due frasi d'amore più belle che saranno premiate con una cena e un pernottamento per due all'Hotel Danieli di Venezia, nelle cui stanze si svolge parte della storia d'amore tra George Sand e Alfred de Musset, o una cena per due all'Harry's Bar, sempre di Venezia, tra i cui tavoli hanno amoreggiato Ernest Hemingway e la baronessina Adriana Ivancich.

Eremita di città: nelle foto di Fulvio Roiter la vita solitaria di Ernesto Girotto

Forse solo poche persone conoscono la vita di Ernesto Girotto. Nel sito di Repubblica di oggi viene ricordata la sua storia. Per capire la storia incredibile dell'Eremita di città vi consiglio di leggere Un uomo senza desideri dei fratelli Roiter e di guardare Terra madre di Olmi ...

Quali sono i veri desideri della nostra società e che cosa è davvero capace di soddisfarci? E’ questa la provocazione lanciata dai fratelli Fulvio e Ignazio Roiter nel libro «Un uomo senza desideri», che racconta attraverso splendide immagini e testi inediti la vita solitaria di Ernesto Girotto, vissuto per più di quarant’anni in un piccolo podere di San Cipriano senza alcun contatto con l’esterno. Un pozzo per l’acqua, pochi stracci per coprirsi, un ettaro di terra per coltivare il proprio nutrimento e per procurarsi la legna da ardere: questo e nient’altro era ciò di cui Ernesto Girotto aveva bisogno. E il libro dei Roiter colpisce come uno schiaffo la società del consumismo, dei falsi bisogni e degli sprechi. Proprio in un momento di crisi economica, che ci pone di fronte alla necessità di ridurre i nostri bisogni e di tornare a distinguere l’e ssenziale dall’eccesso, il Comitato Provinciale Auser ha voluto accendere ancora una volta i riflettori su un uomo che, nella sua scelta di vita radicale ed estrema, estrema, costituisce un esempio inimitabile di sobrietà e di forza morale. La Libreria Lovat di Villorba ha ospitato in un affollatissimo incontro Ignazio Roiter, primario dell’ospedale di Oderzo e autore dei testi che accompagnano le immagini di Fulvio. I due fratelli sono stati tra i pochissimi visitatori ad avere accesso alla tenuta di questo straordinario eremita di città, morto di stenti all’età di 73 anni, a seguito della siccità che nel 2003 ha martoriato la campagna veneta. La vita solitaria e radicale di Girotto è stata protagonista anche del documentario di Ermanno Olmi «Terra Madre», che mutua il suo nome da un progetto di Slow Food, il movimento nato per difendere le biodiversità e la qualità delle produzioni agro-alimentari locali. Il piccolo podere di San Cipriano, che nel 2008 si è aggiudicato il concorso «Luoghi di Valore» della Fondazione Benetton, è da anni oggetto di discussione sulla sua destinazione. Il sindaco di Roncade, Simonetta Rubinato, che come avvocato molti anni fa aveva difeso Girotto dalla domanda di interdizione presentata dalla sorella, non ha mai nascosto la volontà di crearne un museo, mentre Slow Food vorrebbe farne un presidio di rilievo internazionale, salvaguardando quella terra rimasta incontaminata come una piccola finestra aperta sul passato e sulla purezza della natura.

martedì 26 gennaio 2010

Lo zio d'America

Ho scoperto che forse anche qualche mio lontano parente è sbarcato a Ellis Island pieno di speranza magari in una fredda mattina di fine Ottocento... e magari un suo propropronipote, nonché mio simpatico cugino di quindicesimo grado, mi lascerà in eredità una pizzeria o una drogheria nella Little Italy di Manhattan!
Per scoprire se anche voi avete uno zio d'America...
http://www.ellisisland.org/

lunedì 25 gennaio 2010

Il blog di Serpico

Su La Repubblica di oggi c'è un interessante articolo di Vittorio Zucconi su Frank Serpico, l'ex poliziotto italo-americano che negli anni Sessanta-Settanta denunciò la corruzione dei colleghi del NYPD e per questo fu isolato e minacciato, fino a restare gravemente ferito in un'irruzione in un appartamento di spacciatori, in cui gli altri poliziotti presenti non gli prestarono alcun soccorso. Il film Serpico del '73, con Al Pacino, racconta molto bene la sua storia.

Dopo aver passato diversi anni in Europa, Serpico è tornato a vivere nello stato di New York. Condivide una capanna, che si è costruito da solo, con la sua "ragazza" di cinquant'anni e sta scrivendo un libro di memorie. Intanto continua a lanciare invettive e a difendere i suoi ideali dal suo blog.

http://frankserpico.blogspot.com/

domenica 24 gennaio 2010

Long John Silver detto Barbecue


Quindici uomini sulla cassa del morto yo ho ho! E una bottiglia di rum per conforto

Chi non ricorda il temibile pirata da una gamba sola e poi non si è ritrovato di fianco a lui e Jim Howkins per recuperare il famoso tesoro di Flint e portare a casa la pellaccia?

La vera storia di Long John Silver, suspence, avventura e un sottile gioco letterario che stimola la nostra complicità, una documentata ricostruzione storica e il fascino di personaggi più grandi del reale ed eccoci qua, ci ritroviamo adulti a leggere una storia di pirati con lo stesso gusto dell'infanzia, riscoprendo quella capacità di sognare che ci davano i porti affollati di vascelli, le taverne fumose, i tesori, gli arrembaggi, le tempeste improvvise e le insidie delle bonacce, come anche il semplice incanto del mare e la sfida libertaria di ribelli contro il cinismo dei potenti.

Intento a scrivere le sue memorie, Silver parla con Dafoe e risponde a Jim Howkins dopo aver letto "L'Isola del Tesoro", raccontandoci la vita all'epoca della pirateria, i legami con il commercio, la tratta degli schiavi, il contrabbando, le atroci condizioni dei marinai, i soprusi dei capitani, il codice egualitario dei pirati, le loro efferatezze e quelle contro cui si ribellavano, le motivazioni e le ingenuità dei "gentiluomini di ventura". Il quartiermastro di England, Taylor e Flint ci porta in giro per il mondo in compagnia dei gentiluomini di ventura, bucanieri, truffatori, o se preferite insieme ai pirati più famosi del mondo, nemici dell'umanità.

"Eccoci dunque di nuovo tutti e tre riuniti, l'onesto Edward, che diceva di saper distinguere la vita dalla morte, l'odioso Deval, pronto a vendersi per un'amichevole pacca sulla spalla, e io, Long John Silver, pronto a vendere chiunque, se il caso lo richiedeva."
Altrimenti come potete pensare che sia eletto quartiermastro sul Walrus con Flint dal peggior equipaggio che avesse mai calpestato il ponte di quella nave?
Per tutti i diavoli!!! SSHHhhhhh meglio non fare nomi!

Luoghi di valore a Palazzo Bomben (Treviso)

La mostra illustra i 156 luoghi di valore della terza edizione del concorso attraverso l'esposizione di tutti i materiali consegnati dai partecipanti, riordinati, integrati e allestiti per offrire una conoscenza, inevitabilmente superficiale ma immediata, di tutti i luoghi, inclusa la loro distribuzione nel territorio provinciale, grazie alla carta che andiamo costruendo in progress includendo tutti i luoghi segnalati nelle diverse edizioni. Si tenta dunque un primo bilancio dell’iniziativa, per quanto azzardato e provvisorio, anche attraverso un cenno ai risultati delle analisi condotte sulle motivazioni e sulle provenienze dei segnalatori. Fino al 7 febbraio da martedì a venerdì ore 15-20, sabato e domenica ore 10-20.

sabato 23 gennaio 2010

L'uomo che verrà

Non sono un critico cinematografico, quindi temo non riuscirò a cogliere e ad esprimere tutto ciò che rende questo film un capolavoro. Ma ci provo comunque.

L'uomo che verrà
è la storia dell'eccidio di Monte Sole (anche noto come strage di Marzabotto, avvenuta sulle colline bolognesi tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944) vista con gli occhi della gente che l'ha vissuta. In particolare quelli di Martina, bambina di 8 anni che ha perso l'uso della parola da quando il fratellino di pochi giorni le è morto tra le braccia. La storia copre un periodo di nove mesi, a partire dal dicembre del '43. In quei giorni la madre di Martina rimane nuovamente incinta, da allora la bimba vive in attesa della nascita del fratellino, mentre intorno a lei la vita di tutti i giorni piano piano, impercettibilmente, si sconvolge a causa dell'occupazione tedesca. Il fratellino nasce nella notte tra il 28 e il 29 settembre 1944. Nei giorni successivi i tedeschi fanno un rastrellamento nella zona: per colpire i partigiani della brigata Stella Rossa, uccidono circa 770 persone, molte delle quali donne, anziani e bambini.

E' un film intriso di realismo e poesia, dove quest'ultima nasce appunto dalla rappresentazione di gesti e momenti di vita quotidiana del mondo contadino. Il regista Giorgio Diritti (emiliano) si è documentato a fondo per narrare fedelmente la storia dei contadini del posto. Seguendoli nei lavori nei campi e nelle faccende domestiche, ascoltando i loro discorsi a tavola e la sera durante il filò, lo spettatore si avvicina alla realtà di quei giorni, intuendo almeno che cosa abbia significato per molti l'occupazione tedesca.
Diritti ci racconta la storia della strage di Marzabotto con gli occhi della gente, senza retorica, senza far leva su "artifici" cinematografici o colonne sonore strappalacrime. La tragedia e il dolore sono dentro alle cose, al mutismo di Martina, alla libertà negata, all'impotenza della gente, alla distruzione senza senso della vita, anche la più innocua. E nonostante la rabbia e il sentimento dell'assurdo che proviamo di fronte all'enormità di questa tragedia, di questa crudeltà, Diritti ci lascia comunque un piccolo segno di speranza. Che non è retorica, non è fasulla, ma una speranza semplice che vive con la gente, che non può morire mai.
E' un film che fa male, ma è un film stupendo.

Come immaginavo, sento che non sono riuscita a dire tutto quello che avrei voluto. Andate a vederlo... e sappiatemi dire.

venerdì 22 gennaio 2010

Giornata della memoria


Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche dell'Armata Rossa giunte ad Auschwitz trovarono il campo di concentramento - abbandonato dai nazisti in ritirata alcuni giorni prima, insieme ai pochi prigionieri in grado di andarsene - e liberarono i pochi sopravvissuti. Una scoperta che rivelò al mondo le crudeltà del nazismo.

Per quelli che sono in Veneto, segnalo una serie di incontri/eventi a Venezia, per ricordare le vittime dell'Olocausto e del fascismo. Tra i vari appuntamenti, domenica 24 gennaio ci sarà un concerto alla Fenice.

http://www.culturaspettacolovenezia.it/index.php?iddoc=11789

Se non lo avete ancora fatto, vi consiglio anche di leggere Se questo è un uomo di Primo Levi, romanzo autobiografico scritto subito dopo l'esperienza proprio in quel campo di concentramento. E' un libro che fa soffrire ma permette di rendersi davvero conto di come i prigionieri vivessero la vita di tutti i giorni, anche nelle piccole cose, e di come la loro dignità umana fosse stata annullata.

L'anno scorso a quest'ora io ero un uomo libero [...]. Pensavo a moltissime lontane cose: al mio lavoro, alla fine della guerra, al bene e al male, alla natura delle cose e alle leggi che governano l'agire umano; e inoltre alle montagne, a cantare, all'amore, alla musica, alla poesia. Avevo una enorme, radicata, sciocca fiducia nella benevolenza del destino, e uccidere e morire mi parevano cose estranee e letterarie. I miei giorni erano lieti e tristi, ma tutti li rimpiangevo, tutti erano densi e positivi; l'avvenire mi stava davanti come una garnde ricchezza. Della mia vita di allora non mi resta oggi che quanto basta per soffrire la fame e il freddo; non sono più abbastanza vivo per sapermi sopprimere.

Il nostro cervello

Ciao a tutti, volete vedere che fine fa il nostro cervello quando usiamo il cellulare?

http://www.dailymotion.com/video/x5odhh_pop-corn-telephone-portable-microon_

giovedì 21 gennaio 2010

Alice in Wonderland





A marzo 2010 arriva la versione in 3D del fantastico libro di Lewis Carroll, realizzata da Tim Burton (in collaborazione con la Disney). Il sito, da esplorare, fa intuire che si tratterà di una wonderland un po' più oscura e ancora più folle della versione animata del '51... Marianna Mariannissima!

http://www.disney.it/Film/alice/

Moratoria


Chi non si è sentito almeno una volta (al giorno) così? Fa sbellicare!! Ma anche no... ma sì dai!

L'odore del rock

Fa bene sentire un pò di questa roba ogni tanto... Immortali cazzo


mercoledì 20 gennaio 2010



Santo e Johnny Farina sono due fratelli newyorkesi che hanno avuto grande successo negli anni Sessanta e Settanta. Credo che Sleepwalk, il loro primo singolo(1959), sia uno dei brani più belli di tutti i tempi. A renderlo così speciale, l'utilizzo della chitarra hawaiiana, che crea un'atmosfera esotica e malinconica. Da notare che la madre di Santo e Johnny ha contribuito all'arrangiamento. Una delle mie canzoni preferite in assoluto.

Scrivimi fermo posta

Il titolo originale di questo film di Lubitsch è The shop around the corner (1940). Tratto da una commedia ungherese, è un piccolo gioiello da vedere la sera della vigilia di Natale, al posto dell'ormai usurato La vita è meravigliosa... senza nemmeno fare torto a James Stewart, che è il protagonista di entrambe le pellicole. Del resto la Rai lo ha capito, mandandolo in onda proprio la sera del 24 dicembre.

Ambientato a Budapest - più precisamente in un negozio di articoli in pelle "dietro l'angolo", in una laterale del grandioso viale Andrassy - il film racconta l'improbabile storia di Alfred (James Stewart), commesso modello che intrattiene un rapporto epistolare con una donna sconosciuta e alla fine scopre deluso che si tratta della tanto "odiata" collega Klara (Margaret Sullavan). Nel frattempo il Sig. Matuscek, proprietario del negozio, sospetta che la propria moglie abbia l'amante e, credendo che questi sia Alfred, lo licenzia. Tutto si concluderà con lo svelamento e il lieto fine tra Alfred e Klara e con le scuse e la nomina a direttore di Alfred da parte del sig. Matuscek (dopo aver scoperto che l'amante della moglie è un altro suo dipendente). Non è tanto la trama (in parte ripresa anche ai giorni nostri in C'è posta per te, con Tom Hanks e Meg Ryan) a rendere questo film così bello, quanto i dialoghi e l'ambientazione, anche se quest'ultima è un semplice interno di un negozio.
L'ironia e il romanticismo ne fanno una commedia brillante ma non superficiale. Traspaiono infatti anche temi più profondi, come la solitudine e il sospetto, il tradimento, il lavoro come necessità... che però vengono trattati con delicatezza.
Unica nota negativa: il doppiaggio italiano, eseguito da attori americani e italo-americani che in quel periodo si erano trasferiti negli Stati Uniti... e si sente!
P.S. Per chi fosse interessato, ho trovato il dvd a 6,50 € da Feltrinelli :)

Un paradiso contaminato


Tra Imola e Firenze si trova un piccolo centro abitato che porta il nome di Moraduccio. E' attraversato dal fiume Santerno, che nasce dal Passo della Futa e scorre limpido tra le rocce creando delle insenature e delle piscine naturali. Dalle pareti rocciose scende incessante la cascata del Rio dei Briganti. Un piccolo paradiso nascosto che poi tanto nascosto non è, dal momento che in estate le rive del fiume si coprono di tutti quei bagnanti che preferiscono l'atmosfera bucolica dell'Appennino alla movida delle spiagge di riviera. Anch'io mi unisco alla bolgia appenninica, cercando ogni volta un angolo incontaminato. Solo l'anno scorso ho scoperto che il fiume stesso è contaminato dagli scarichi inquinanti che derivano dalle attività agro-pastorali della zona. Da anni, per questo motivo, vige il divieto di balneazione per l'alto Santerno (nelle località di Moraduccio, Lido Valsalva, Lido Alidosi, Lido Bicocca, Lido Prato e Gatto Nero). Mi chiedo se anche gli altri che ci vanno a frotte lo sanno. Forse sì, ma pensano che l'acqua del mare non sia poi tanto meglio.

Apnea Notturna

Sarà l'età, sarà la posizione, ma non posso più dormire supina. Se non voglio svegliarmi di colpo rantolando alla ricerca disperata di un po' d'aria da mettere nei polmoni. Anche stanotte è successo: mi sono ritrovata seduta sul letto, a tossire e rantolare come se fino a pochi secondi prima qualcuno avesse cercato di strozzarmi. Il mio compagno, che era steso di fianco a me, mi ha chiesto placido, senza scomporsi: "Tutto bene?". Come se avessi emesso un semplice colpetto di tosse, come se non fosse sorpreso...

Frammenti di Budapest


Il Danubio (verde) e il Parlamento visti dal Bastione dei Pescatori in una sera di gennaio