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domenica 28 febbraio 2010

Trekking sul Monte Adone

Finalmente una bella giornata dopo tanti giorni di pioggia, neve e freddo!
Io e Sante abbiamo deciso di concederci una passeggiata nella natura e abbiamo scelto di salire sulla cima del Monte Adone.

Iniziano i preparativi: cartina, gps, zainetto con acqua bocconcini e biscottini, maglione di riserva. Metto su le scarpe adatte.
Si parte.

Partenza: da Brento (BO).

Arrivati a Brento si prosegue su Via Vallazza; la strada è in salita e si trova l’indicazione per il sentiero CAI di Monte Adone, Monte del Frate, Badolo.
Lasciata la macchina nella piazzola io e Sante abbiamo imboccato il sentiero CAI 110 in direzione di Monte Adone. Il sentiero è di facile percorribilità, leggermente in salita, ma largo e scorrevole.

Dopo pochi minuti di cammino si incontrano un gruppetto di case, ognuna delle quali ha come guardia un branco di cani arrabbiatissimi che ululano, abbaiano e sbavano appena qualcuno si avvicina. Sante ha capito tutto, ma io ho solo pututo immaginare quante e quali minacce ci hanno detto. Fortunatamente c'era il recinto a separarci e così abbiamo potuto proseguire indisturbati verso la cima del Monte.


Man mano che si prosegue la salita aumenta ma il panorama è mozzafiato e si riescono addirittura a vedere le alpi innevate in lontananza.


Il ricordo dei branchi di cani famelici è ormai del tutto svanito e dopo lo spavento iniziale Sante si mette subito a suo agio.

Il sentiero è facilmente percorribile e, nonostante abbia piovuto in questi giorni, non è affatto scivoloso.
Siamo in dirittura di arrivo e dopo un'ultima ripida salitina il bosco si apre e gli alberi lasciano il posto ad un spiazzo bellissimo.




















Dopo una una breve sosta per rifocillarci con acqua e bocconcini, godendoci il panorama offerto, ci rimettiamo subito in cammino perchè vogliamo arrivare sulla cima dell'Adone!
Sulla sinistra, in pochi minuti, si raggiunge il punto più alto, che domina sulla splendida Valle del Setta, piena di colori, campi coltivati, boschi e casolari e lo sguardo prosegue oltre fino a raggiungere le montagne circostanti che regalano un paesaggio di rara bellezza.

Da qui si vede il Monte Cusna, il Corno alle Scale e il Monte Cimone; a sud-ovest si levano gli imponenti bastioni arenacei boscati del Parco Regionale di Monte Sole, a nord-ovest si staglia il Monte Frate e la Rocca di Badolo.
Siamo a 655 metri d’altezza ma si ha come l’impressione di essere nel punto più alto della terra.




Rientriamo a casa soddisfatti.
Prossima tappa Monte Sole, si accettano adesioni!

venerdì 26 febbraio 2010

TOSE E TOSATTI

La parola ragazzo potrebbe derivare dall'arabo raqqa so, corriere, messaggero. Oppure dal tardo latino barbarico ragazium, da raga, vale a dire veste lacera: il ragazium era quindi probabilmente un servo un po' cencioso, un garzone.
Ma la tesi più "carina" è quella che fa derivare il termine dal veneto ragar, che sta per radere. Il verbo si riferiva ai giovani servi che venivano rapati a zero. Tesi avvalorata dai termini ancora in uso nel dialetto veneto, tosa e toso/tosatto (quindi si lega a tosare), che indicano appunto le ragazze e i ragazzi.

Fonte: rivista mensile STORICA (National Geographic), febbraio 2010... che vi consiglio di leggere ogni tanto

mercoledì 24 febbraio 2010

CAPRICCI

Aveva vent'anni Giovan Battista Piranesi quando, al seguito dell'ambasciatore veneziano Francesco Venier, giunse a Roma. Nato a Mogliano Veneto (TV) nel 1720, Piranesi aveva lavorato a Venezia acquisendo competenze di architetto, disegnatore di scenografie teatrali e incisore all'acquaforte.
Una volta a Roma iniziò a studiare l'architettura della città, ma ben presto realizzò che le possibilità in questo campo erano scarse e, sempre più affascinato da ciò che era stata l'architettura antica di Roma, iniziò a ritrarla nelle sue vedute e incisioni.

Nel 1748 inizia la serie delle Vedute di Roma in cui Piranesi ricostruisce i monumenti dell’antichità con precisione e rigore filologici ma al tempo stesso scegliendo scorci insoliti e utilizzando un suggestivo gioco di luci e ombre.

Ma la sua migliore produzione, per quel che mi riguarda, è la serie di Capricci (1745) e delle famose Carceri d'invenzione (1745-1750), in cui è presente l'influenza del conterraneo Tiepolo. Un'originalità stilistica che si ritrova anche nelle Vedute di Roma.

Un'atmosfera lontana e suggestiva aleggia tra le rovine e gli archi, nei sepolcri abbandonati, nel foro, nel vestibolo di un antico tempio, sotto l'ampio arco di un ponte.

Un immaginario surreale e al tempo stesso determinato da un'infinità di piccoli dettagli, nel quale l'antica Roma rivive, velata di Romanticismo e di Sogno.

Nell'immagine qui sopra vedete un esempio di Capriccio,  la via Appia immaginata da Piranesi (cliccare per ingrandire)

sabato 20 febbraio 2010

I PALADINI DELLA LETTURA

Un giovane ragazzo qualche tempo fa ha avuto l'idea di lanciare, dal suo blog, un'iniziativa per promuovere la lettura. Secondo lui leggere è indice di intelligenza, di civiltà, di umanità (non necessariamente, ma spesso) e ha pensato pertanto ad un'azione che possa smuovere la situazione e favorire un progresso culturale e mentale, ma anche un'occasione per abbattere le barriere di silenzio che ci sono tra le persone che si incontrano ogni giorno sul tram, in treno, per strada, senza nemmeno scambiarsi un sorriso.

L'idea è semplice:
il 26 marzo 2010, dovremmo tutti prendere uno dei nostri libri preferiti e donarlo ad un perfetto sconosciuto.

Da quanto ho capito non è per lui un gesto simbolico, ma un vero e proprio atto che potrebbe avere del rivoluzionario...

Che cosa pensare di questa iniziativa?
La trovo un po' ingenua e un po' snob, magari inconsapevolmente snob (anche se il ragazzo stesso immagina e teme sia vista così, lo dice nel blog), ma in fondo male non può fare. Il peggio che può succedere è che qualcuno lo prenda come pretesto per sbolognare vecchi libri che non si trovano precisamente tra i preferiti... e che qualcun altro reagisca pensando che il donatore del libro sia un venditore ambulante di libri, un testimone di geova o semplicemente un pazzo.
Insomma alla fine di tutto resta un'iniziativa carina, che ad oggi su facebook ha già raccolto 208.852 membri. Anche se credo che io non aderirò.

Che ne pensate?
http://albyok.altervista.org/pensoscrivo/leggere-leggere-leggere

lunedì 15 febbraio 2010

TEST SUGLI ANIMALI - POCHI NOMI DA TENERE A MENTE

Ogni volta per ricordarmi quali sono le aziende da boicottare per quanto riguarda profumi detersivi cosmetici etc, faccio una gran fatica e confusione, dato che ci sono quelle brave quelle bravine quelle crimnali... ho individuato pochi nomi ma buoni, sui quali mi orienterò per i prossimi acquisti.
Ve li segnalo, anche se mi spiacerebbe poi che tutte usassimo lo stesso profumo :)
Mano a mano che ne troverò altri, aggiornerò la lista:

COSMETICI 
Clarins (molto buoni tra l'altro)
Lepo
Locherber
Helan

CREME VISO, CORPO
Locherber
Neostrata
Argital
Helan 


PROFUMI
Lepo
Helan

DENTIFRICIO, DETERGENTI
L'Angelica
Sapone di Aleppo 
Lush (una ditta che prima non mi piaceva ma che ho rivalutato dopo aver letto i valori e il modo di lavorazione dei prodotti)
Helan

CIBO ANIMALI
Almo Nature

Il problema è ricordarsi tutte quelle da evitare, anche nell'alimentazione. Sono tantissimi (Colgate, Palmolive, Dash, Idraulico Liquido, Algida, Calvè, EuKanuba...), per andare sul sicuro cerco sempre di acquistare prodotti Coop.

giovedì 11 febbraio 2010

Dino Buzzati potrà riposare finalmente in pace (anche molte altre persone)

La Regione Veneto (che tra pochi mesi purtroppo cadrà in mano ai leghisti) ha approvato la legge funeraria che permette la dispersione delle proprie ceneri in natura.

Il grande Dino Buzzati potrà quindi esaudire il suo desiderio di tornare, per sempre, tra le amate cime dolomitiche.

tratto da "Il Corriere delle Alpi" di oggi 11 febbraio 2010

«Finalmente Dino potrà ritrovare la libertà tra le sue montagne». E' felice ed emozionata Almerina Antoniazzi, la vedova dello scrittore bellunese Dino Buzzati. Nella sua casa milanese ha appreso martedì sera dell’approvazione, da parte del consiglio regionale veneto, del progetto di legge che contiene le nuove norme in materia funeraria.

Norme che introducono delle novità decisamente importanti, soprattutto per ciò che riguarda la dispersione delle ceneri in natura. Essa potrà infatti avvenire in mare, nei laghi, nei corsi d'acqua liberi da natanti e in montagna, in aree distanti almeno duecento metri da luoghi abitati.

Il sogno di Dino Buzzati può quindi avverarsi e col suo anche quello di tanti amanti della montagna che vogliono essere "liberati" dopo la morte tra le amate cime. Una notizia che emoziona la vedova dello scrittore e giornalista bellunese.

Signora Almerina, una bella notizia...
«Direi che è un sogno che finalmente si avvera. Per la mia famiglia si tratta di una notizia stupenda, quasi inattesa. Mi ha chiamato martedì sera un giornalista e mi ha riferito quanto approvato dal consiglio regionale. Sono rimasta a bocca aperta. Non posso negare che, riattaccata la cornetta, sono stata presa da una grande emozione».

Partirete subito con i preparativi per l’ultima grande scalata di suo marito?
«Dovremo organizzare il tutto, ma penso che sarà meglio attendere l’estate. In questi giorni è meglio stare in pianura, visti tutti gli incidenti che si sono verificati. Faremo tutto con calma. Penso che ci muoveremo tra giugno e luglio».

Dove si trovano al momento le ceneri di Dino Buzzati?
«Noi familiari non l’abbiamo mai detto a nessuno e non lo faremo ora, perché si tratta di un luogo riservato solo alla famglia».

Dove pensate di disperdere le sue ceneri?
«A lui piacevano tanto le Cinque Torri e soprattutto la Croda da Lago. Qui ha arrampicato per la prima e per l’ultima volta: era il 1966 e l’amico Rolly Marchi volle fargli un regalo per il suo sessantesimo compleanno».

Sono tanti gl amici che vorrebbero partecipare a questa cerimonia...
«L’ultima scalata di Dino sarà effettuata in compagnia dei familiari e di pochi amici. Il pensiero va a Lorenzo Lorenzi, che coinvolgerò per organizzare il tutto, e a Rolly Marchi, che spero possa essere con noi. Comunque ne daremo notizia solo a cerimonia avvenuta. Dino era una persona riservata, che preferiva non parlare della sua vita privata. Ricordo che nel suo testamento, mi chiese di dare la notizia della sua morte a funerali avvenuti».

Un ultimo pensiero?
«Finalmente Dino potrà riavere la libertà sulle sue montagne. Sono contenta»

lunedì 8 febbraio 2010

SCOMPARSO NEL NULLA

La mattina di lunedì 25 gennaio un ragazzo di 28 anni - studente universitario di Trento - è uscito per fare jogging al Parco dei Gessi di San Lazzaro (Bologna) e non è più tornato. Ieri, dopo più di 10 giorni, le ricerche sono state sospese. Il padre però ha detto che continuerà a cercare, anche se non sa dove.

E' vero che il Parco - detto dei Gessi perché vi si trovano diversi affioramenti gessosi - è pieno di grotte, cavità naturali, pendii, vegetazione, e non è quindi il classico parco pianeggiante e ordinato, con quattro alberelli piantati qui e lì, dove basta un'occhiata per sondare ogni angolo. Ma le ricerche sono state compiute da centinaia di persone, tra forze dell'ordine, parenti e amici (nel nostro piccolo anche noi abbiamo fatto una escursione in una zona un po' più discostata, pensando che ormai fosse inutile cercare nei percorsi più battuti) senza successo. C'è la testimonianza del gestore del bar al circolo anziani che gli ha servito un caffè verso le 14 e dice che il ragazzo gli pareva sconvolto... ma forse uno che ha corso per ore la faccia un po' sconvolta ce l'ha. Poi c'è un automobilista che crede di averlo visto. Ed è stata trovata la sua bicicletta lì dove l'aveva lasciata prima di iniziare a fare jogging... ma nient'altro.

Sparito nel nulla.

Questa storia, oltre a rattristarmi e a trasmettermi un senso di impotenza, insieme al desiderio di dare il mio contributo, che però sospetto inutile in ogni caso (sono passati troppi giorni per sperare in qualcosa di buono, a meno che Mariano non sia scappato con solo 20 euro in tasca e senza cellulare), mi fa venire in mente Picnic ad Hanging Rock: un gruppo di ragazze durante una gita sale sulla sommità di un gruppo roccioso e non fa più ritorno.

Ma quella è solo una storia inventata. Questa è la realtà. E non mi capacito di come oggi si possa sparire così, senza lasciare traccia.

giovedì 4 febbraio 2010

L'ARTE DI DEFECARE

L'ho sempre saputo che il cesso può essere una forma d'arte, dai tempi in cui lavoravo alla Pozzi-Ginori e apprezzavo i cataloghi con le nuove linee "Collection" disegnate dall'architetto Citterio. E prima di lui l'azienda, quando ancora si chiamava Richard-Ginori (ora la Richard-Ginori fa porcellane d'arte e ha lasciato lavabi e cessi alla Pozzi-Ginori) aveva coinvolto architetti-artisti del calibro di Gio Ponti, Giovanni Gariboldi, Antonia Campi per ideare articoli da bagno dal design innovativo e ricercato.

A ulteriore conferma che anche defecare può essere un momento "estetico", se così si può dire, la mostra Fuoriluogo - Wchairs in corso a Palazzo Medici Riccardi, Firenze. Venti opere d'arte che esaltano e decontestualizzano la seduta dal suo uso quotidiano.

La mia preferita è quella in foto, se volete vedere le altre curiose creazioni
http://firenze.repubblica.it/multimedia/home/22858597/1/1

mercoledì 3 febbraio 2010

CHI CONOSCE HERP ALBERT?

Oggi ho scoperto un grande musicista: Herp Albert. Trombettista statunitense (Los Angeles) di 75 anni, ha iniziato la propria carriera negli anni Cinquanta.

E' stato leader del gruppo Tijuana Brass fino al 1969, anno in cui ha intrapreso la carriera di solista. Il nome del gruppo deriva da Tijuana, in Messico, dove Herp Albert aveva ascoltato e apprezzato la musica di un gruppo mariachi.

Avevo sentito questo bellissimo brano chissà quando, e ieri di nuovo dopo tanti anni. Forse anche perché amo la musica messicana, ma la trovo bellissima (se escludiamo il riferimento alle corride): The Lonely Bull, ditemi cosa ne pensate.
http://www.youtube.com/watch?v=AaMzjJ7slJg

Ah, magari anche chi crede di non aver mai sentito nominare prima Herp Albert (o forse sono solo io!) scoprirà di conoscere la sua musica senza saperlo... vi dice niente questo brano?
http://www.youtube.com/watch?v=2aeQxKdphPc&feature=related

martedì 2 febbraio 2010

Fuma crack (Morgan)

Non l'avrei mai detto! Ma proprio mai! Non si vedeva che era fuori come un'antenna quando partecipava a XFactor...

Forse fa anche bene

http://www.repubblica.it/cronaca/2010/02/02/news/morgan_fumo_sempre_cocaina_in_tv_troppi_cattivi_come_la_de_filippi-2164390/

I giorni della merla

Passati i giorni della merla che, secondo la tradizione, sono i più freddi dell'anno. Ma qui, almeno per il momento, ci si congela più di prima.

I famosi giorni della merla sono il 29, 30 e 31 gennaio. Ci sono due versioni della leggenda di cui è protagonista la merla: nella prima si racconta che il suo piumaggio, in origine bianco, fosse diventato nero dopo che - proprio a gennaio - si era rifugiata in un comignolo coi suoi pulcini per ripararsi dal freddo. Ne erano usciti il 1 febbraio tutti sporchi di fuliggine. E da quel momento tutti i merli furono neri.
Un'altra leggenda racconta che il mese di Gennaio - che una volta contava 28 giorni - si divertiva a disturbare la merla col freddo e col gelo, così lei si era rifugiata nella propria tana ad aspettare che il mese finisse. L'ultimo giorno del mese la merla uscì dal suo rifugio e si fece beffe di lui, che si arrabbiò e chiese a Febbraio di prestargli altri tre giorni, nei quali si vendicò portando altro freddo e altro gelo. Allora la merla fu costretta a rifugiarsi in un comignolo e da lì ne uscì solo il 1 febbraio, tutta nera. Una bella storia, che però non rispetta la natura dei merli: sono i maschi ad avere delle bellissime piume nere, mentre quelle delle femmine sono marroni.

Secondo la leggenda, se i giorni della merla sono freddi, allora la Primavera sarà bella. Se sono miti, la Primavera arriverà invece in ritardo.

La leggenda ha comunque un fondo di verità, in quanto una volta il calendario romano prevedeva che gennaio avesse 29 giorni.

Un'altra leggenda di cui non conoscevo nemmeno l'esistenza, riguarda i giorni della vecchia: 29 30 e 31 marzo. Si dice che in questo periodo ritorni il freddo. La storia è un po' quella della merla: quando Marzo aveva ancora 28 giorni, una vecchietta cantò vittoria troppo presto, dicendogli "Marzo, ormai non mi puoi più fare niente, oggi è già Aprile". Allora Marzo se la prese e chiese tre giorni ad Aprile, nei quali fece tornare il freddo.