Ce l'ho fatta, sono arrivata alla fine. Ci ho messo un mese soltanto, del resto. Non come quella volta con Don Chisciotte, cinque mesi se non sbaglio. O con la Recherche, due anni e mezzo. E anche questa volta ne è valsa la pena.
Sentivo come un mio dovere leggere Anna Karenina: una vergogna trascurare uno dei pilastri del romanzo moderno! Ma non è stato faticoso, come avevo pensato e temuto. E' stato anzi un viaggio avvincente nella Russia aristocratica dell'Ottocento, nella vita e nella mente di alcuni personaggi che resteranno eterni nella memoria collettiva di tutti noi lettori. Su alcune parti (incluso il finale, con rivelazione del senso della vita per uno dei protagonisti) ho le mie riserve... ma è una storia bellissima e leggerla è stato come vivere una vita, tante vite in più, piene di senso.
Ma leggere Anna Karenina mi ha portato anche a pormi alcune domande. Prima fra tutte: è un romanzo osannato dai critici, dalla maggior parte dei lettori di anobii.com (la fonte per me più attendibile), che ha fatto la storia della letteratura moderna. Eppure, per quanto sembri ancora "benvoluto" dalla comunità dei lettori, mi rendo conto che differisce moltissimo dai romanzi che oggi hanno tanto successo. Oggi un editore non pubblicherebbe MAI un libro del genere, un tomo di 800 e più pagine la cui trama, seppur a tratti avvincente, si sfarina e si sperde tra i mille insignificanti avvenimenti quotidiani, tra le varie peripezie psicologiche dei personaggi, nelle scene di vita all'interno dei salotti aristocratici di Mosca e Pietroburgo e nei quadretti di vita rurale. Non sarebbe commerciabile, non renderebbe. E allora, come si spiega il successo di questo romanzo, la fama che nonostante i secoli perdura? Mi viene da chiedermi... forse, come per Proust, tanta gente ama citare questo e altri romanzoni russi, senza averli mai letti davvero? O, forse, si sbagliano gli editori, e scrivere un libro così oggi sarebbe comunque sensato, ci sarebbe un gruppo nutrito di lettori pronto ad acquistarlo? Magari è come per la televisione... guardiamo e siamo ormai abituati a tutti quei programmi pessimi, ma non appena trasmettono un film o una trasmissione di un certo livello lo share si impenna. Sporadici esperimenti mediatici che ci regalano comunque ancora qualche speranza.
E poi ho un' altra domanda, un dubbio che mi è sorto non appena ho letto queste parole:
La mattina un terribile incubo, che le era apparso parecchie volte nei sogni ancora prima
della relazione con Vrònskij, le apparve di nuovo e la svegliò. Un vecchietto con la barba arruffata
faceva qualcosa, chinato su del ferro, dicendo intanto parole francesi senza senso, e lei, come
sempre in quell’incubo (il che appunto formava il suo orrore), sentiva che quel mužicjòk non faceva nessun’attenzione a lei. E si svegliò in un sudore freddo.
Il vecchietto ritorna più volte nei sogni di Anna Karenina e verso la fine del libro. Sempre inquietante e insensato.
Che David Lynch, per il suo nano di Twin Peaks, che balla e parla al contrario, si sia ispirato a lui? Secondo me è molto probabile.
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