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mercoledì 30 marzo 2011

FACCIAMOCI DEL MALE

Domenica di marzo, nonostante il tempo instabile c'è già il desiderio di passare qualche ora nella natura, magari passeggiando tra i ciliegi e i mandorli in fiore, fingendosi per qualche minuto pastori dell'Arcadia. Siamo in quattro e due di noi ancora accusano l'eccessiva dose di alcol introdotta nel corpo la notte precedente. Naturalmente, sono una di questi. Così ci viene in mente di andare "Dal Nonno", ad assorbire i residui alcolici con qualche soffice e calda crescentina, un paio di tigelle, e a far riposare le membra e gli occhi stanchi - ché basta un filo di luce ad offenderli - seduti sulle seggiole del cortile, mentre poco più in là riposano anche le colline bolognesi.

Arriviamo alle 14.30 e vediamo che i numerosi tavoli sono per lo più occupati, mentre altri gruppi - soprattutto di giovani - continuano ad arrivare. Che bello, - pensiamo - nonostante l'ora ci daranno da mangiare!
I camerieri ci passano davanti tre o quattro volte fingendo di non notarci, finché io fermo una ragazzina col grembiulino e lei mi dice che possiamo sederci a quel tavolino che si è appena liberato. Ci sediamo. C'è un clima festoso, poco lontano da noi una lunghissima infinita tavolata di ragazzi e ragazze, avranno sui venti-venticinque anni, tutti belli, "alternativi", gioiosi. E poi coppie, trii, quartetti, tavolate più o meno grandi sparse qui e lì. E quest'aria di primavera... perfino il mio cane ne è travolto, ha addocchiato un bracco femmina di uno stupendo coloro argento, e si chiamano a vicenda mugolando.

Ce ne stiamo lì beati - a parte io e quell'altro, che ha preso una pastiglia per il mal di testa il cui effetto sta svanendo - e intanto i camerieri ci passano davanti una, due, tre, quattro volte. Li chiamiamo, ci ignorano. Un cameriere tarchiatello - che dall'aspetto da nerd ho dedotto che nella vita di tutti i giorni studi da informatico, non so se sistemista o programmatore - mi fa addirittura un cenno con la mano che un po' sembra dire "aspetta" e un po' sembra mandarmi affanculo. Poi finalmente arriva una cameriera un po' più affabile, che prende le ordinazioni e sparisce. Torna subito dopo con le bibite (cosa più unica che rara, solo il mio ragazzo ordina del vino, è lui quello che si regge più in piedi di tutti o forse vuole solo farci sentire delle schiappe mentre in realtà sta peggio di noi) e sparisce di nuovo. Siamo rincuorati dalla rapidità con cui ci hanno portato da bere e pensiamo che dopo tutto ci vuole poco per friggere una crescentina... Ma i minuti iniziano a passare. Sono cinque, poi dieci, poi venti... Dopo mezz'ora sentiamo delle grida di giubilo provenire dalla tavolata dei giovani carini e alternativi. Io mi volto... hanno esultato per l'arrivo del cibo. Ce ne stiamo lì buoni buoni, ad aspettare. Prima o poi toccherà anche a noi questa fortuna. E intanto il tempo passa... diciamo che siamo remissivi perché prima di tutto anche noi abbiamo fatto i camerieri e sappiamo quanto siano noiose le persone che si lamentano e chiedono "scusi, quanto ci vuole ancora?" e poi perché sinceramente un po' eravamo preparati, avevamo letto delle recensioni su internet di gente che c'era stata... e si lamentava - tra le altre cose - della lentezza nel servizio. Io intanto entro in uno stato comatoso, come se tutto l'alcol della notte mi fosse tornato in circolo. Il mio amico, quello messo male quanto me, inizia ad andare avanti e indietro per il cortile. La mia amica, nonché sua ragazza, ad un certo punto va a prendere delle crescentine avanzate - fredde e rigide - ad un tavolo che si è liberato, e le sbrana. Il mio ragazzo tace.

Passa più di un'ora e decidiamo di andare a chiedere... "Mi spiace, è che molti tavoli hanno chiesto delle aggiunte" ci risponde la cameriera che ci ha portato le bibite. Ma che motivazione è questa? Vabbeh, ce ne stiamo buoni, come sempre. Dopo dieci minuti arrivano le tigelle le crescentine i formaggi gli affettati il pesto (lardo) i sottolii etc etc. E tutti iniziamo a mangiare in silenzio. Non mangio carne perciò non posso dare un giudizio in merito. Ma le tigelle sembravano di cartone, il formaggio era insipido, e il mio ragazzo mi ha detto che il vino era scadente. Ma ci siamo ingozzati come dei porci, muti e chini sui nostri piatti, fino all'ultima briciola. Forse la usano come tecnica... ti fanno aspettare così tanto che quando il cibo arriva, potrebbe essere anche una merda al forno, te la mangi di gusto.

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