Non sono un critico cinematografico, quindi temo non riuscirò a cogliere e ad esprimere tutto ciò che rende questo film un capolavoro. Ma ci provo comunque.
L'uomo che verrà è la storia dell'eccidio di Monte Sole (anche noto come strage di Marzabotto, avvenuta sulle colline bolognesi tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944) vista con gli occhi della gente che l'ha vissuta. In particolare quelli di Martina, bambina di 8 anni che ha perso l'uso della parola da quando il fratellino di pochi giorni le è morto tra le braccia. La storia copre un periodo di nove mesi, a partire dal dicembre del '43. In quei giorni la madre di Martina rimane nuovamente incinta, da allora la bimba vive in attesa della nascita del fratellino, mentre intorno a lei la vita di tutti i giorni piano piano, impercettibilmente, si sconvolge a causa dell'occupazione tedesca. Il fratellino nasce nella notte tra il 28 e il 29 settembre 1944. Nei giorni successivi i tedeschi fanno un rastrellamento nella zona: per colpire i partigiani della brigata Stella Rossa, uccidono circa 770 persone, molte delle quali donne, anziani e bambini.
E' un film intriso di realismo e poesia, dove quest'ultima nasce appunto dalla rappresentazione di gesti e momenti di vita quotidiana del mondo contadino. Il regista Giorgio Diritti (emiliano) si è documentato a fondo per narrare fedelmente la storia dei contadini del posto. Seguendoli nei lavori nei campi e nelle faccende domestiche, ascoltando i loro discorsi a tavola e la sera durante il filò, lo spettatore si avvicina alla realtà di quei giorni, intuendo almeno che cosa abbia significato per molti l'occupazione tedesca.
Diritti ci racconta la storia della strage di Marzabotto con gli occhi della gente, senza retorica, senza far leva su "artifici" cinematografici o colonne sonore strappalacrime. La tragedia e il dolore sono dentro alle cose, al mutismo di Martina, alla libertà negata, all'impotenza della gente, alla distruzione senza senso della vita, anche la più innocua. E nonostante la rabbia e il sentimento dell'assurdo che proviamo di fronte all'enormità di questa tragedia, di questa crudeltà, Diritti ci lascia comunque un piccolo segno di speranza. Che non è retorica, non è fasulla, ma una speranza semplice che vive con la gente, che non può morire mai.
E' un film che fa male, ma è un film stupendo.
Come immaginavo, sento che non sono riuscita a dire tutto quello che avrei voluto. Andate a vederlo... e sappiatemi dire.
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